Il fortunato e ben riuscito remake dell'omonimo film del 1977 diretto da Wes Craven. Le colline hanno gli occhi è un film divertente e, complici gli effetti speciali e il make up, molto più inquietante rispetto all'originale. La storia, sempre la stessa, nasconde - e neanche troppo! - un'accesa critica al Governo degli Stati Uniti, complice nell'aver creato una generazione di mostri a causa delle radiazioni scaturite dagli esperimenti nucleari del 1950. Una famiglia americana composta da padre, madre, i tre figli, il compagno della figlia maggiore e il neonato nipotino, sta attraversando il deserto del New Mexico a bordo di un camper per raggiungere la California, quando le gomme del veicolo scoppiano e si ritrovano bloccati nel bel mezzo del nulla privi di qualsiasi contatto con il mondo. Nella zona dove si è fermato il veicolo vive una comunità di pericolosissimi uomini che ben presto attaccano la famiglia, sterminandone la metà, e rapiscono il neonato. In realtà gli assassini – dei veri mostri, sfigurati e diabolici – sono i discendenti dei minatori che nel 1950 furono bombardati dalle radiazioni scaturite dagli esperimenti compiuti in questo luogo. Una famiglia civile che si scontra dunque con il suo corrispondente oscuro e malvagio. La ricostruzione scenografica del villaggio dei “mostri” è perfetta: una cittadina prefabbricata, con tanto di manichini, riporta alla mente quelle costruite dall'esercito per testare gli effetti delle esplosioni.
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